Lo scontro fra Amazon ed i negozianti è giunto, durante la pandemia, al suo massimo storico. Lo spot televisivo del colosso delle vendite online ha mandato su tutte le furie i commercianti. Sentitisi minacciati, quasi dovunque in Italia, gli esercenti hanno risposto con promozioni, pubblicità a favore dello shopping locale e numerose altre iniziative.
Insomma, sempre più frequentemente assistiamo ad azioni di contrasto di Amazon e del commercio elettronico in genere, quasi si trattasse di una battaglia fra negozi fisici e virtuali. Come se fosse ancora possibile, per un negozio, non avere almeno una vetrina digitale.
Alle volte viene da domandarsi se non si tratti di un problema ideologico.
Persino nei paesini, oramai, si sono attivate reti di vendita locale online con il modello click and collect (si pensi ai vari www.zoona.it, www.garzone.store, www.vicinato.shop, www.localshopping.store solo per citarne alcuni) eppure ci sono ancora negozianti che non percepiscono l’importanza della integrazione fra offline-online.
Con buona pace di ideologhi ed idealisti, che contrastano per principio la presenza online di una attività commerciale, la scelta da preferire sempre è la realizzazione di una propria vetrina digitale, dove ci si potrà muovere a proprio totale piacimento ma, anche, sopportare il costo di farsi scoprire nell’immenso mare che è Internet.
In alternativa, senza dover sopportare i costi di realizzazione di un sito e quelli legati alla promozione dello stesso (spesso molto superiori ai precedenti), Amazon rappresenta un giusto compromesso. Sono numerosi ed indiscutibili i vantaggi che si ottengono scegliendo Amazon come piattaforma di vendita online. Certo, altrettanto indiscutibilmente, ci sono anche degli svantaggi. Occorrerebbe un articolo apposta per ciascuno di essi.
La cosa fondamentale da considerare, però, è il modello di business. Inutile nascondersi dietro al dito, il portale di vendite online più famoso al mondo non va bene per tutti. Numerosi insuccessi sono dovuti proprio a questo aspetto che in pochi considerano.
Come è inevitabile che sia, per aprire le proprie porte e mettervi in contatto con il suo smisurato numero di potenziali clienti, Amazon vi richiederà una percentuale dei vostri guadagni. Quindi, se il margine che avete è già esiguo, vale la pena di fare due conti prima di aprire il vostro store elettronico.
Tuttavia, se il margine c’è, o magari, siete proprio i produttori di ciò che vendete, allora Amazon potrebbe fare la vostra fortuna. Nel 2019, oltre 14.000 piccole e medie imprese italiane hanno venduto su Amazon. Questi negozi digitali hanno registrato vendite all’estero per più di 500 milioni di euro e hanno creato più di 25mila posti di lavoro in Italia.
Alla fine di novembre, inoltre, è partito “Accelera con Amazon”, programma di formazione gratuito per accelerare la digitalizzazione delle PMI italiane.
Il programma offre strumenti online di apprendimento e di consulenza chi desidera avviare una nuova attività online o accelerare una già esistente. L’iniziativa offre moduli dedicati su come creare un’immagine del brand efficace e implementare strategie di marketing e di social media, strumenti per sviluppare modelli di business e corsi su come creare il team più efficace dal punto di vista delle risorse umane.
Ovviamente, tutto questo il colosso di Seattle non lo fa solo perché è di “buon cuore” ma, soprattutto perché, in questo modo, può aumentare il numero delle aziende che decideranno di “collaborare” con loro una volta finito il programma.
Quindi, in conclusione, Amazon può essere un potente alleato ma anche un temibile concorrente, per cui bisogna essere attenti a “rifiutare” il suo aiuto ma, al tempo stesso, essere guardinghi nell’accettare il suo aiuto.
E tu cosa ne pensi? Amazon è un “mostro” da combattere in tutti i modi o un amico da tenersi buono? Faccelo sapere nei commenti…